Questo tipo di calcolatore cerca di compendiare i vantaggi
dei calcolatori analogici con quelli dei calcolatori numerici. In particolare
dei primi sfrutta l'elevata velocità di calcolo e la possibilità
di risoluzione anche di equazioni molto complesse, mentre dei secondi cerca di
ottenere l'elevata precisione. Un
c.i. è quindi composto da due
sezioni l'una analogica e l'altra numerica. Alla prima è di solito
affidata la risoluzione del problema vero e proprio, mentre alla seconda
è affidato il compito di immagazzinare dati, funzioni, risultati
intermedi e soluzioni. La sezione numerica può anche effettuare un
controllo logico su tutto lo svolgimento del problema, con possibilità di
comandare variazioni di programma in vista di risultati ottenuti durante il
calcolo stesso. Essa effettua inoltre i calcoli numerici che richiedono
un'elevata precisione. Si può spiegare lo scopo dei
c.i. per mezzo
di un esempio. Si abbia un missile per la difesa antiaerea collegato ai
dispositivi di rilevamento dei dati essenziali (posizione e velocità del
bersaglio, direzione e velocità del vento, pressione, temperatura, ecc.).
La risoluzione del problema del calcolo della traiettoria di impatto per mezzo
di un calcolatore numerico richiederebbe un tempo troppo elevato; inoltre questo
calcolatore non è in grado di fornire in uscita una risposta variante con
continuità in funzione della variazione dei dati rilevati. Occorre quindi
usare un calcolatore analogico. Per contro l'errore fornito da questo è
troppo elevato; se esso è dell'1% e il bersaglio dista 20 km, il missile
potrà sbagliare il punto di collisione anche di 200 m. Occorre dunque che
l'ultima parte della traiettoria, o almeno le sue correzioni, siano affidate a
un calcolatore numerico. Si ha quindi un buon motivo per la realizzazione di
c.i.; purtroppo il loro costo è tanto elevato da sconsigliarne
l'uso, eccetto per quei problemi (come il calcolo della traiettoria per il
lancio di satelliti artificiali, specialmente se abitati) in cui le questioni di
costo hanno poca importanza. Il problema più grave nella costruzione di
c.i. risiede nel modo completamente diverso di rappresentazione delle
grandezze nei calcolatori analogici e nei numerici. Nei primi le grandezze
fisiche del problema sono rappresentate da altre grandezze fisiche di comodo,
che possono variare con continuità. Nei calcolatori numerici invece tutte
le grandezze, indipendentemente dalla loro natura, vengono rappresentate come
numeri. Una grandezza che vari con continuità è rappresentata da
una funzione algebrica discontinua che l'approssima con maggiore o minor
precisione. Gli organi di collegamento fra le due sezioni del
c.i. devono
quindi effettuare continuamente la conversione di grandezze fisiche varianti con
continuità in funzioni discontinue e viceversa. Inoltre la maggior parte
degli strumenti (ad esempio quelli di rilevamento dei dati per il problema di
balistica sopra riportato) fornisce un segnale continuo, e quindi adatto a
essere alimentato direttamente alla sezione analogica. Anche i segnali in uscita
da questa sezione sono adatti al comando diretto di servomeccanismi. Questi
collegamenti non possono invece essere effettuati direttamente con la sezione
numerica. I dati in arrivo devono essere trasformati in funzioni discontinue
ognuno di una certa variabile codificata, mentre quelli in uscita vanno
trasformati da funzioni algebriche in segnali (generalmente elettrici) varianti
con continuità. Si hanno quindi dei gravi problemi quando si voglia usare
la sezione numerica per il controllo diretto dei servomeccanismi. La
difficoltà di realizzazione limita l'impiego dei
c.i. a casi molto
particolari (come la ricerca aerospaziale) nei quali i costi non hanno
importanza. D'altro canto, la disponibilità di circuiti a elevatissima
integrazione e di basso costo ha fatto sì che gran parte delle
applicazioni dei
c.i. siano state coperte da calcolatori
digitali.